Qualche anno fa, cinque al momento in cui scrivo, usciva sui siti di condivisione fotografica e su un paio di forum il mio progetto Membrana. È il primo progetto dove inizio a pormi domande sulla differenza tra l’immagine che trasmettiamo (la maschera che indossiamo) e l’immagine nascosta di noi. Allora non avevo ancora definito il percorso che mi avrebbe portato ai lavori di oggi, ma è chiaro che già ai tempi, magari in maniera fortuita ed estemporanea, mi fossi orientato verso lo sviluppo di questo tema passando da una contrapposizione visiva delle due figure.
Oggi riprendo in mano il progetto rivisitandolo dopo questi anni passati ad approfondire e studiare, cercando uno sviluppo visivo adeguato al percorso progettuale, ancora in fase evolutiva, che mi sono prefissato.
Membrana e non maschera. La maschera nasconde e modifica il nostro volto. Ne indossiamo una per ogni situazione e cerchiamo di modificare i nostri lineamenti in funzione di quello che vorremmo essere in quel momento e non in quello che siamo.
L’idea della membrana invece la trovo per molti aspetti più consona alla ricerca. Dentro di noi c’è una immagine che, se osservati attentamente, traspare in quasi tutte le situazioni. È come una interferenza momentanea nelle vecchie trasmissioni televisive analogiche, dove per piccolissimi istanti l’immagine trasmessa veniva sostituita da una proveniente da altre trasmissioni che si sovrapponevano sulla stessa frequenza.
Trovo che la membrana dia più il senso di esistenza nascosta e questo tema mi è caro perché sempre più convinto che non basta mettere un bel cappuccetto rosso al lupo cattivo per farlo diventare buono. Le parti interiori, soprattutto quelle brutte, sono sempre presenti e per quanto le persone cerchino di nasconderle emergono ed emergeranno sempre.
Questa rivisitazione si concentra sulla parte nascosta e, a differenza dello sviluppo di cinque anni fa, si compone delle sole immagini che vengono a crearsi dietro la membrana che noi stessi creiamo per nasconderci per i più svariati fini.
Oggi riprendo in mano il progetto rivisitandolo dopo questi anni passati ad approfondire e studiare, cercando uno sviluppo visivo adeguato al percorso progettuale, ancora in fase evolutiva, che mi sono prefissato.
Membrana e non maschera. La maschera nasconde e modifica il nostro volto. Ne indossiamo una per ogni situazione e cerchiamo di modificare i nostri lineamenti in funzione di quello che vorremmo essere in quel momento e non in quello che siamo.
L’idea della membrana invece la trovo per molti aspetti più consona alla ricerca. Dentro di noi c’è una immagine che, se osservati attentamente, traspare in quasi tutte le situazioni. È come una interferenza momentanea nelle vecchie trasmissioni televisive analogiche, dove per piccolissimi istanti l’immagine trasmessa veniva sostituita da una proveniente da altre trasmissioni che si sovrapponevano sulla stessa frequenza.
Trovo che la membrana dia più il senso di esistenza nascosta e questo tema mi è caro perché sempre più convinto che non basta mettere un bel cappuccetto rosso al lupo cattivo per farlo diventare buono. Le parti interiori, soprattutto quelle brutte, sono sempre presenti e per quanto le persone cerchino di nasconderle emergono ed emergeranno sempre.
Questa rivisitazione si concentra sulla parte nascosta e, a differenza dello sviluppo di cinque anni fa, si compone delle sole immagini che vengono a crearsi dietro la membrana che noi stessi creiamo per nasconderci per i più svariati fini.
Un ringraziamento sentito a Giulia Manzini
Membrana 2018
Di seguito le immagini principali del progetto Membrana rivisitato
Membrana ( Extra )
Di seguito alcune foto extra progetto scattate durante lo sviluppo del progetto
Membrana ( 2013 )
A seguire le foto del progetto sviluppato nel 2013