“Il passato non vuole essere cambiato” S. King (da 22.11.63)
La Fotografia è il Passato, vivo e tangibile, del nostro presente. Per quanto ci sforziamo a proseguire il nostro cammino (“Il mondo è andato avanti” [cit.]) esso non ci abbandona. Siamo noi stessi che con atti più o meno consapevoli facciamo in modo, o desideriamo, che non ci abbandoni. L’atto in assoluto è lo scatto fotografico. Nel momento in cui esso viene compiuto il passato prende forma e si impregna di una sua esistenza che va oltre il risiedere nella nostra memoria. È lì, per sempre immutabile in una fotografia.
Il passato non vuole essere cambiato reclamando una sua identità e un suo ruolo assumendo forme più disparate. Una sagoma, una figura, un oggetto. Il tempo non lo muta, ma muta in noi l’atteggiamento e la predisposizione verso esso. Lo vivisezioniamo, lo dividiamo in diverse parti, focalizzandoci su alcune di esse dimenticandone altre. Lo abbracciamo e lo facciamo nostro. Ci eleviamo sopra di lui, o soccombiamo sotto di esso. Lo accogliamo o lo respingiamo.
Diventiamo semplici spettatori di una ricostruzione, a nostra memoria, di esso seduti al suo cospetto.
"And this is a song, song for someone. This is a song, a song for someone" - U2 Song for Someone
"La natura corporea della performance diventa drammatizzazione di una subordinazione culturale al proprio Io interiore contestandolo e nello stesso tempo ergendolo a ruolo di protagonista. In un clima in cui l’autoritratto subisce un attacco ormai diretto, attraverso social media e la pratica fuori controllo dei “selfie”, la performance corporea vive una effimera teatralità senza alcun sostegno delle istituzioni artistiche. Diventa quindi contestazione di se stessi come unico sfogo di una di una espressione dissidente e avanguardia delle proprie successive modificazioni. Con essa esprimo la dualità tra esteriore e interiore che risiede e vive in opposta sovrapposizione."
"The performance bodily nature becomes a dramatization of a cultural subordination of inner self, dispute it and at the same time raise it to the protagonist role. In a climate in which the self-portrait suffers a direct attack, through social media and the practice out of control of "selfie", the bodily performance lives an ephemeral theatrical without any support from the artistic institutions. It then becomes the ourself contestation as the unique outburst of one of a dissident and avant-garde of our subsequent expression modifications. With it I express the duality between exterior and interior that resides and lives in opposite overlap.”